Convento di pianura, sole a mezzogiorno,
cavalli di paura ti galoppano intorno.
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Sopra l'erba del prato, fiori di sangue rosso,
tu corri, corri a perdifiato con la tua morte addosso.
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Tu corri a perdifiato senza briglia nel vento,
sulla strada che passa davanti a quel convento.
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La salva č ormai lontana e il rullo dei tamburi
e un urlo di cicala crocefissa lā sui sui muri,
e tu vedi correndo, tra gli alberi di fuoco,
il mirto e il rododendro, che nascono a poco, a poco.
E dentro quelle mura, bianchissime di sole,
perfino la paura rispetterā le viole.

E riprendendo Sancio, sul tuo cavallo voli,
verso gli occhi di arancio, di mille girasoli,
e sull'ultimo metro, si accorcia la distanza,
mentre galoppi dietro all'unica speranza.
E col viso segnato dalla febbre e dalla fame,
sogni d'essere entrato e di spezzare il pane.

Anche un sole impazzito scoppia sulla pianura,
mentre vieni colpito per odio o per paura
e mentre dormi steso in fondo ad una buca,
non sai se t'hanno preso di fronte o alla nuca.